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La NASA ha assunto ventiquattro teologi e li ha inseriti nel programma del Center for Theological Inquiry. Ecco di cosa si tratta

Da tempo l’uomo si interroga sulla presenza di altre forme di vita nell’universo. Tra queste anche gli alieni ovviamente. Esistono? Non esistono? Nel dubbio la Nasa assume teologi per prepararci all’incontro con loro.

Sì, perché alla Princeton University del New Jersey esiste un programma che si chiama Center for Theological Inquiry (CTI). Si tratta di un programma che indaga e approfondisce le questioni teologiche fondamentali della nostra società. Tra i finanziatori di questo programma c’è appunto la Nasa. Qual è il nesso tra le due cose? Nasa ha assunto ventiquattro teologi e li ha inseriti nel programma del Center for Theological Inquiry. Questi ventiquattro accademici, come riporta il sito rivistastudio.com, devono capire come le diverse confessioni religiose del nostro mondo reagirebbero alla notizia che nell’universo c’è vita oltre l’umanità.

Tra di loro c’è Andrew Davison, prete e professore dell’Università di Cambridge. Nel suo libro Astrobiology and christian doctrine Davison scrive della possibilità che Dio abbia concesso la vita anche ad altri mondi nell’universo, e spiega che “le persone non-religiose tendono a ingigantire le difficoltà che le persone religiose potrebbero incontrare di fronte alla conferma dell’esistenza della vita aliena”.

Carl Pilcher, ex-direttore del Nasa Astrobiology Institute, ha detto che i teologi sono stati coinvolti in questo progetto per “verificare cosa succede quando usiamo gli strumenti scientifici del XX (e inizio del XXI) secolo per rispondere a domande che nelle tradizioni religiose ci si pone da centinaia o migliaia di anni”.

Pilcher inoltre ha le idee chiare sulla questione della vita nell’universo oltre il pianeta Terra: “È impensabile che la vita si sia sviluppata solo sul nostro pianeta. È impensabile quando sappiamo che ci sono più di cento miliardi di stelle nella nostra galassia e più di cento miliardi di galassie nell’universo”. E chissà se prima o poi riusciremo alla domanda che ci poniamo da tanto: chi c’è nell’universo oltre a noi?[Fonte]

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