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La giornata di divulgazione sugli asteroidi conta decine di eventi in tutto il mondo. Diversi anche in Italia. Sono milioni i Neo (Near Earth objects, oggetti vicini all’orbita terrestre) ma solamente poche migliaia sono noti. Le agenzie spaziali hanno programmi di osservazione e tracciamento e studiano come deviarne uno, per evitare all’uomo la fine che fecero i dinosauri

 

 

 

 

 

 

 

 

SESSANTACINQUE milioni di anni fa un asteroide sterminò tre quarti delle forme di vita sulla Terra. Dinosauri compresi. Il pericolo che viene dallo spazio non può essere sottovalutato. Lo sanno bene gli abitanti di Celjabinsk, soprattutto i quasi 1.500 feriti dalle schegge di vetro delle finestre, esplose per l’onda d’urto creata da una meteora entrata in atmosfera proprio sopra la città russa, nel 2013. Una potenza pari a 30 volte la bomba di Hiroshima.


Nonostante i telescopi di tutto il mondo tengano d’occhio gli oggetti spaziali che potrebbero entrare in collisione con il nostro pianeta, nessuno lo aveva visto arrivare e nessun allarme è scattato. Basti pensare che, finora, solamente tre meteoriti (asteroidi o pezzi di asteroide che raggiungono la superficie della Terra) sono stati visti e seguiti fino all’impatto. Uno nel 2008, nel deserto del Sudan, il secondo nel 2014 che precipitò nel Pacifico, e il terzo poche settimane fa sul Botswana.

·LA GIORNATA DEGLI ASTEROIDI 
Il 30 giugno si celebra il quarto “Asteroid day” per sensibilizzare e fare divulgazione sui rischi associati al possibile impatto di asteroidi sulla Terra. L’iniziativa è stata lanciata nel 2015, tra gli altri, dall’ex astronauta dell’Apollo 9 Rusty Schweickart e dal chitarrista dei Queen (e astrofisico) Brian May. È riconosciuta dall’Onu e supportata dalle agenzie spaziali europea e giapponese, dall’Eso, dalla Planetary society e da diverse organizzazioni scientifiche. Conta decine di eventi organizzati da osservatori e associazioni in tutto il mondo, diversi anche in Italia, dove il coordinamento è affidato al Virtualtelescope.

Brian May, storico chitarrista dei Queen e, come pochi sanno, astrofisico
Brian May, storico chitarrista dei Queen e, come pochi sanno, astrofisico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La data scelta è significativa: proprio il 30 giugno di 110 anni fa uno di questi corpi (del diametro stimato tra i 30 e i 60 metri) devastò oltre 2.000 chilometri quadrati di foresta in Siberia, abbattendo milioni di alberi nella regione disabitata di Tunguska. Se fosse esploso nel cielo di New York la ricorderemmo come la più grande catastrofe umana di tutti i tempi.

Sul sito dedicato si possono consultare tutti gli eventi in programma. Si tratta di una campagna di informazione globale, per far conoscere anche ai non addetti ai lavori cosa sono gli asteroidi, da dove vengono, e avvertire delle conseguenze che potrebbe avere un impatto con uno di questi oggetti.

·LA DIFESA DEL PIANETA 
Il “meteoroide” di Celjabinsk aveva un diametro di circa 15 metri. Un “sassolino” in confronto al colosso di dieci chilometri di diametro precipitato nell’attuale Golfo del Messico, che ha spazzato via la vita nel Cretaceo. Ma anche un oggetto di dimensioni modeste, non molto al di sopra dei 100 metri di diametro, può causare enormi danni, soprattutto in zone popolate. Causare distruzioni e tsunami, nel caso precipiti in mare o nell’oceano.

La Casa bianca ha appena annunciato un piano decennale per individuare e mitigare il rischio di impatto da asteroidi. A cominciare dal loro rilevamento. Secondo il rapporto del National science and technology council, attualmente solo un terzo del totale degli asteroidi stimati con diametro di almeno 140 metri è stato individuato.

La Nasa è impegnata da 20 anni nel tracciamento degli oggetti in prossimità della Terra. Nel 2005 il Congresso ha dato mandato all’Agenzia spaziale di trovare almeno il 90% degli asteroidi di almeno 140 metri di diametro ma si stima di arrivare a trovarne appena la metà entro il 2033. Secondo l’Esa (che ha il suo sistema di rilevamento per i “Near Earth objects”), ci sono circa dieci milioni di “Neo” là fuori, grandi almeno dieci metri (la dimensione minima stimata per creare qualche danno), dei quali però, quelli noti, sono appena 16.000.

Una buona notizia però c’è: secondo l’Agenzia spaziale americana, gli oggetti di misura superiore al chilometro, con un potenziale distruttivo planetario (per intenderci, come quello che sterminò i dinosauri) sono tutti censiti e conosciuti. Tuttavia le incognite sono molteplici. La Nasa non esclude che una grande cometa proveniente dai confini del Sistema solare possa avvicinarsi ed entrare in collisione con la Terra con un preavviso di pochi mesi. Gli asteroidi, inoltre, possono anche scontrarsi tra loro. Eventuali collisioni potrebbero deviare alcuni di questi oggetti oppure frantumarli e crearne di nuovi, con orbite inattese.

(Credits: ESA- The Science Office.org)
(Credits: ESA- The Science Office.org)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DEVIARE UN ASTEROIDE 
A volte, infatti, trovarli non basta. Un preavviso di pochi mesi o un anno potrebbe non essere sufficiente per evitare la catastrofe. Per questo c’è anche un piano per intervenire “duro”. Un’operazione in stile Armageddon (ma senza eroi kamikaze a salvare il mondo): si tratta di una sonda che prenderà di mira la piccola Dydimoon, la luna che orbita attorno all’asteroide Dydimos. Sarà un evento epocale, visto che per la prima volta l’uomo devierà in maniera misurabile l’orbita di un corpo celeste. La missione Dart (Double asteroid redirection test) decollerà nel 2021-2022 e dovrebbe schiantarsi su Dydimoon verso ottobre dello stesso anno.

Nell’ambito della stessa missione, in collaborazione con la Nasa, l’Esa sta valutando il lancio di un’altra sonda, Aim, che accompagnerà quella americana per studiare gli effetti dell’impatto cinetico. Per ora è l’unica soluzione considerata praticabile per poter allontanare un pericolo con un’alta probabilità di presentarsi alle nostre porte. Assieme, questo è ovvio, alla cara vecchia testata nucleare, per polverizzare il pericolo incombente. In puro stile Hollywood.[fonte]