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Nel corpo di un meteorite partito da Marte 700.000 anni fa e caduto sulla Terra nel 2011 ci sono le prove della vita su Marte.

La meteorite marziana Tissint. Sono chiaramente visibili le fratture saldate dall’impatto che ne ha provocato l’espulsione da Marte, all’interno delle quali sono stati trovati i segni che questa roccia in un lontano passato ha interagito con l’acqua. Questo campione pesa 1,1 kg.

 

In questo momento su Marte c’è una piccola flotta di rover che stanno cercando prove di condizioni ambientali che potrebbero indicare che un tempo ci fu vita. Cercano tracce di acqua liquida e rocce che avrebbero potuto offrire le condizioni giuste per l’esistenza di forme organiche. Ma le prove della vita marziana potrebbero già essere qui, sulla Terra, arrivate a cavallo di un meteorite espulso dal Pianeta Rosso oltre 700.000 anni fa, caduto nel deserto del Marocco e trovato infine da cacciatori di meteoriti nel 2011, quando il bolide venne visto cadere. È l’oggetto noto come meteorite di Tissint.

All’interno del meteorite un gruppo di scienziati ha scoperto quello che potrebbero essere le prove che un tempo su Marte ci fu attività organica. Lo studio è apparso sull’autorevole rivista Meteoritics and Planetary Sciences, a firma del team di ricerca di cui fanno parte scienziati cinesi, tedeschi, giapponesi e dell’Isituto Federale di Losanna (EPFL), i quali sostengono che all’interno della roccia vi sarebbe carbonio di origine organica.

Le prove. La sola presenza di carbonio, l’elemento base della vita, non significa necessariamente presenza di vita, ma nel caso del campione in questione vi sono invece elementi a favore. Il più importante è il rapporto tra carbonio 12 e carbonio 13 (ossia tra due isotopi: atomi con lo stesso numero di protoni, ma diverso numero di neutroni), molto differente dal medesimo rapporto nell’attuale atmosfera marziana e vicino, invece, al rapporto tra gli stessi isotopi sulla Terra.

Si dovrebbe dunque escludere l’ipotesi (finora attuale) che il carbonio di Marte sia stato originato da magma e cominciare a considerare che fosse invece trasportato da acqua liquida.

Spiega Philippe Gillet, tra gli autori della ricerca: «La nostra ipotesi vuole che il carbonio sia di origine organica ed è l’unica che riusciamo a vedere, ma se qualcuno ha un’ipotesi differente siamo pronti ad ascoltarlo». Al momento nessuno ha una spiegazione alternativa, perciò quella del carbonio organico rimane la più probabile. Questa scoperta e la lettura che ne è stata fatta porta di nuovo alla ribalta un fatto analogo, relativo al campione marziano ALH84001, trovato in Antartide. Analizzato, nel 1966 fu avanzata l’ipotesi che potesse trasportare tracce di vita: buona parte della comunità scientifica contestò lo studio, che non fu però mai del tutto invalidato.[fonte]

 

 

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