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Ai confini del Sistema solare (un po’ più in là) la sonda lanciata nel 1977 potrà riallineare l’antenna con la Terra con impulsi dei razzi direzionali della durata di millisecondi. Riattivato un software obsoleto

Se si lascia un’auto 37 anni in garage a 200 gradi sottozero, pretendere che parta al primo colpo sarebbe considerato impossibile. Ma per Voyager 1 (quasi) nulla è impossibile. Martedì scorso, ma si è saputo solo sabato, la Nasa ha inviato un comando per accendere per alcuni millesimi di secondo i razzi direzionali della sonda lanciata 40 anni fa, precisamente il 5 settembre 1977. E Voyager 1, che si trova a 21 miliardi di chilometri dalla Terra, appena oltre quello che è considerato il confine del Sistema solare, ha risposto: ha eseguito il comando senza problemi e inviato l’ok al centro di controllo a Pasadena, in California, ricevuto 19 ore e 35 minuti dopo.

Oltre il Sistema solare

Voyager 1 è uno dei più straordinari successi della storia dell’astronautica. Dopo aver oltrepassato Giove e Saturno, fornendo immagini spettacolari nei passaggi ravvicinati, la sonda è stata diretta verso lo spazio interstellare diventando l’oggetto umano a maggiore distanza da noi. Viaggia a una velocità di 17 chilometri al secondo e dall’agosto 2012 ha oltrepassato il confine del Sistema solare entrando nello spazio interstellare. Nonostante la distanza e i 40 anni passati nel gelo, funziona ancora perfettamente e continua a mandare segnali verso la Terra. Si trova così lontano che le comunicazioni impiegano appunto 19 ore e 35 minuti per raggiungere la sonda. E altrettanti per ritornare al centro di controllo.

Razzi direzionali

I quattro razzi direzionali erano inattivi dall’8 novembre 1980. Ora che si è verificato che funzionano, in gennaio saranno accesi brevemente per riposizionare la sonda con il corretto orientamento verso la Terra. «Con il posizionamento corretto dell’antenna di 3,7 metri di diametro la durata della missione sarà prolungata di 2-3 anni», ha commentato Suzanne Dodd, a capo del progetto Voyager. Il team proverà lo stesso test con Voyager 2, la sonda gemella che si trova un po’ più indietro, ma anche lei sta uscendo dal Sistema solare pur se in direzione opposta rispetto a Voyager 1.

Software obsoleto

Per operare sull’antiquato software che controlla la sonda, vecchio di più di 40 anni, i tecnici hanno dovuto rispolverare il sistema operativo con codici obsoleti e provarlo a Terra per verificare che i comandi fossero giusti e non compromettessero l’esito della missione.[fonte]

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