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Sono increspature cosmiche previste da Einstein già nel 1916. Una delle più importanti scoperte nella storia della fisica

È appena stata annunciata una delle più importanti rivelazioni del secolo. Oggi, al National Press Club di Washington DC, è stata rivelata la scoperta delle onde gravitazionali, le increspature dello spazio-tempo, previste un secolo fa da Albert Einstein. Le voci indiscrete, che erano nell’aria da settimane, questa volta sono state confermate da Clifford Burgess, fisico teorico dell’università canadese McMaster,  su un tweet poi riportato in un breve articolo su Science Magazine.


Le onde gravitazionali sarebbero state osservate dal osservatorio americano LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), e precisamente dall’interferometro a lunga distanza che ha due antenne gravitazionali negli Stati Uniti continentali: una in Louisiana e una nel Washington State. Sono due antenne indipendenti in grado di misurare ciascuna il passaggio dell’onda gravitazionale, ma proprio perché sono indipendenti se contemporaneamente misurano l’onda gravitazionale danno una conferma che l’evento è reale.

Il rivelatore poi è anche in grado di costruire uno spettro temporale, cioè di vedere come l’arrivo delle onde gravitazionali è distribuito nel tempo e in frequenza. Questi dati, collegandoli a modelli teorici, ci permettono di capire che tipo di evento ha generato le onde gravitazionali.
Secondo gli sperimentatori di LIGO, l’evento di cui si parla sarebbe stato causato dalla fusione di due buchi neri: uno di 29 e l’altro di 36 masse solari.

Per avere la conferma di questa rivelazione, sarebbe stato meglio se, contemporaneamente all’arrivo delle onde gravitazionali, ci fossero state anche onde elettromagnetiche, per esempio un segnale luminoso, oppure raggi X o raggi gamma. In questo modo saremmo sicuri di avere a che fare con un fenomeno celeste. Forse un segnale elettromagnetico, un flash di luce, uno schizzo di raggi X o gamma è sfuggito ai rivelatori sulla Terra, oppure è in un angolo della galassia nascosto dietro a una nuvola di polvere molto spessa. La comunità scientifica sembra comunque pronta ad accettare la rivelazione delle onde gravitazionali.

Le conclusioni di questa scoperta per l’astrofisica sono molto importanti: Albert Einstein aveva previsto l’esistenza delle onde gravitazionali già nel 1916. Nel tempo, poi, osservazioni di oggetti celesti legati gravitazionalmente (come due pulsar, due stelle di neutroni), avevano confermato che le onde gravitazionali dovevano esistere, ma nessuno le aveva finora «catturate».

A questo punto, se un rivelatore fosse capace di analizzare le onde gravitazionali, potremmo sperare di capire che cosa sia avvenuto nei primi 380 mila anni dopo il Big Bang: un periodo di tempo ancora oscuro, perché l’universo non era trasparente alla luce elettromagnetica. I fotoni, infatti, ci hanno raccontato tutto quello che «sapevano» dai 380 mila anni in poi. Ma prima, che cosa è successo? In un futuro prossimo, potremmo interrogare le onde gravitazionali, che sono state prodotte prima della radiazione elettromagnetica, e rispondere a molte domande e misteri dell’ «infanzia» dell’universo. E anche di noi stessi, perché tutta la materia di cui siamo fatti è nata dal Big Bang.[fonte]

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