voyager
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Ci siamo quasi. I dati di Voyager 1 indicano che la piccola sonda sta per incontrare una regione di spazio in cui l’intensità di particelle cariche provenienti dall’esterno del Sistema Solare è notevolmente aumentata. È giunto il momento, dunque, in cui la sonda della Nasa si appresta a lasciare lo spazio conosciuto per addentrarsi laddove alcun oggetto di provenienza e fattura umana era mai arrivato. Voyager si trova sulla soglia dello spazio interstellare nell’atto di oltrepassare i confini della galassia a noi nota. Un passaggio epocale, atteso da 35 anni.

“Quando la sonda Voyager è stata lanciata nel 1977, l’esploratore spaziale aveva solo 20 anni”, dichiara Ed Stone, scienziato del progetto Voyager presso il California Institute of Technology di Pasadena. “Molti del nostro team sognavano di raggiungere lo spazio interstellare ma non sapevamo quanto sarebbe stato lungo il viaggio o se queste sonde su cui abbiamo investito tanto tempo ed energia, sarebbero durate sufficientemente a lungo”.

Lanciata con la gemella Voyager 2 nel 1977, la sonda americana aveva come primo obiettivo quello di raggiungere Giove. Poi sarebbe stata la volta di Saturno e, infine, di Titano. Ma risale al 1990 l’immagine più famosa e suggestiva catturata dalla sonda allorché l’astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan girò la fotocamera di bordo. Nacque così Pale Blue Dot, la più affascinante foto del nostro pianeta Terra dalla distanza di sei miliardi di chilometri.

“Le leggi della fisica dicono che un giorno la Voyager diventerà il primo oggetto costruito dall’uomo ad entrare nello spazio interstellare ma non sappiamo ancora esattamente quando sarà”, continua Stone. E, a bordo, un messaggio dell’umanità destinato ad un’eventuale civiltà extraterrestre aspetta di essere ascoltato. Si tratta del Voyager Golden Record, un disco registrato di rame e placcato d’oro che contiene immagini e suoni della Terra.

“I dati recenti indicano chiaramente che ci troviamo in una regione in cui le cose stanno cambiando più rapidamente. Ė molto eccitante, ci stiamo avvicinando alla frontiera del Sistema Solare”, spiega Stone con toni entusiastici, riferendosi ai dati che giungono sulla Terra in 16 ore e 38 minuti per compiere 17,8 miliardi di chilometri.

Conclude lo scienziato americano: “Da gennaio 2009 a gennaio 2012 c’è stato un graduale aumento pari a circa il 25 per cento della quantità di raggi cosmici galattici rivelati dalla Voyager. A partire dal 7 maggio, i raggi cosmici sono aumentati del 5 per cento in una settimana e del 9 per cento in un mese”.

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