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Il liftoff dalla base di Cape Canaveral, Florida (Usa) 

Il rover più sofisticato mai inviato su un altro mondo cercherà tracce di vita passata, testerà tecnologie e cercherà risorse per una futura colonizzazione umana. Con sé anche microfoni per registrare i suoni marziani e il primo drone a volare su una superficie aliena

30 luglio 2020 Perseverance è decollata e ora vola verso Marte. La missione della Nasa che porterà il quinto rover americano sul Pianeta rosso ha preso il via alle 13.50 ora italiana dalla rampa 41 di Cape Canaveral. Un breve saluto alla Terra, poco più di mezza orbita sorvolando l’Atlantico e l’Africa, verso l’Oceano Indiano, e poi, un’ora dopo il liftoff, il distacco definitivo dall’ultimo stadio del vettore Atlas V della United Launch Alliance. Comincia così la crociera di Perseverance verso Marte, lunga sette mesi e decine di milioni di chilometri.

Il più sofisticato robot mai inviato verso un altro pianeta toccherà il suolo di Marte il 18 febbraio 2021 in un posto selezionato con cura: il Jezero crater, l’antico letto di un fiume nei cui sedimenti, lì dove miliardi di anni fa c’era acqua, cercherà tracce fossili di vita passata e ghiaccio sotto la superficie , iniziando a testare le tecnologie che permetteranno un giorno, anche a equipaggi umani, questo nuovo, grande balzo.

Nespoli: “Grande passo in avanti”

Si tratta di un altro passo in avanti, un miglioramento forte rispetto ai rover precedenti – riflette l’astronauta italiano Paolo Nespoli – nella nostra sete di conoscere il passo verso Marte è necessario, per tutta una serie di ragioni, la sete di esplorazione e conoscenza ma anche perché Marte è quasi un gemello della Terra, sapere cosa è accaduto al tuo gemello ti fa capire molto di quello che potrebbe succedere qua. Ancora non siamo capaci di andarci con una missione umana quindi ci mandiamo i robot, come Perseverance per scoprire se c’è stata vita, ma anche per cercare acqua dalla quale potremo ricavare ossigeno e idrogeno per avere carburante, una cosa importantissima quando sarà la volta di andarci con una missione umana. E poi Perseverance avrà con sé un elicottero che dialogherà con il rover, un’altra tecnologia che dallo spazio potrebbe essere applicata sulla Terra. Tutti questi passi sono importanti, complessi, difficili ma che aumentano la nostra conoscenza fino a che non riusciremo ad arrivare sul suolo marziano con un equipaggi. Anche perché alla fine noi, come esseri umani vogliamo provare, chiudere il cerchio di tutte le sensazioni dell’esserci stati. È giusto dire che la prima missione umana in 24 ore farà più di tutti i robot messi insieme in questi decenni di esplorazione” conclude Nespoli.

La tecnologia ‘a bordo’

Perseverance pesa più di una tonnellata ed è grande come un’automobile, è il primo rover in grado di riconoscere la chimica della vita su un altro corpo celeste. Possiede spettrografi e camere in grado, grazie all’occhio esperto di geologi e astrobiologi, di capire se i sedimenti che troverà appartengono a colonie di batteri stratificate. È piena zeppa di tecnologia: 23 camere, anche con visione 3D per navigare, quattro spettrometri, anche laser, per analizzare la composizione di rocce e sedimenti. Gli spettrometri Raman possono individuare macromolecole di composti di origine biologica

Ascoltare Marte

Ma questa è solo una delle “prime volte” in questa missione. Con il rover scenderà su Marte anche un “elicottero”. Ingenuity è un drone che tenterà il primo decollo e un volo controllato su un altro pianeta. Un’impresa tutt’altro che semplice data la sottile e rarefatta atmosfera. E poi grazie a Perseverance, che porta con sé anche due microfoni, uno per l’ammartaggio e l’altro acceso durante le fasi di esplorazione, potremo ascoltare, per la prima volta, i suoni che viaggiano in quelle lande desolate, a frequenze potenzialmente udibili anche dall’orecchio umano.

Il sistema di navigazione con schede grafiche dedicate le permetterà di elaborare immagini in tempo reale per avanzare con speditezza evitando ostacoli e di impantanarsi nelle sabbie che potrebbe trovare lungo il percorso. Con i sensori delle ruote (più robuste di quelle di Curiosity, mangiate dalle affilate pietre marziane) “tasterà” il terreno e aggiusterà il tragitto, molto più autonoma dei quattro rover che l’hanno preceduta.

Il rover pioniere

E se è vero che una delle notizie che ci attendiamo di avere è se c’era o no qualcosa di vivo in un antico passato su quel pianeta, Perseverance avrà molti altri compiti, come per esempio indagare scenario e tecnologia per un futuro sbarco umano. Un radar spierà nel sottosuolo per trovare ghiaccio e acqua, risorse indispensabili e non trasportabili da equipaggi umani per sopravvivere su Marte per lunghi periodi. Un piccolo laboratorio di chimica cercherà di risucchiare un’altra preziosa risorsa, l’ ossigeno, dall’atmosfera, che composta soprattutto da anidride carbonica, quindi per noi irrespirabile.

E poi sarà il primo passo per un traguardo ancora più ambizioso, spedire sulla Terra campioni di suolo marziano. È la missione Mars Sample Return, in fase di sviluppo in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa): “La missione preparerà dei campioni da portare sulla Terra in futuro e preparerà la futura esplorazione umana” ha osservato Adam Steltzner, a capo della missione Mars 2020, presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Per questo saranno testati i materiali destinati a tute e casco dei futuri astronauti che andranno su Marte e che dovranno schermarli dalla grande quantità di raggi cosmici e radiazioni che arrivano sulla superficie del Pianeta rosso a causa della sottile atmosfera di Marte.

Lo strumento Sherloc (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals), oltre a cercare colonie di batteri, avrà l’obiettivo di testare i campioni. I materiali che saranno testati “sono pensati per fabbricare lo strato esterno della tuta, poiché saranno esposti alla maggior parte delle radiazioni” spiega Amy Ross progettista di tute spaziali presso il Johnson Space Center della Nasa, che sta sviluppando le tute per Luna e Marte. Il materiale trasparente destinato alla visiera del casco, inoltre, è stato progettato per deformarsi ma non rompersi, in caso di urti, e per schermare gli occhi dalla luce ultravioletta.[Fonte]