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Si torna a parlare del Cessna che nel 1978, in Australia, sparì dai radar, dopo che il pilota aveva detto alla radio di vedere uno strano oggetto che gli girava attorno

Trentasei anni di mistero. Era il 21 ottobre 1978 quando un Cessna svanì nei cieli di Adelaide senza lasciare traccia. Ai comandi, c’era un giovane pilota, Frederick Valentich, sparito nel nulla insieme all’aereo. Si tratta di uno dei casi più enigmatici dell’aeronautica australiana che anche oggi continua ad appassionare l’opinione pubblica anche alla luce di possibili, clamorosi sviluppi.

Quel giorno, Valentich stava volando in direzione di Kingston Island. Pochi istanti prima di scomparire dai radar, aveva parlato con la torre di controllo dicendo di vedere un oggetto che gli girava attorno a circa 300 metri dalla sua fusoliera. “Ma non è un aereo”, furono le sue ultime parole prima un rumore metallico interrompesse, per sempre, la comunicazione. Subito scattarono le ricerche, senza alcun esito.
Come ricorda l’Herald Sun, i giornali dell’epoca ne parlarono a lungo, ipotizzando la presenza in zona di un Ufo, anche in virtù di una foto scattata quella sera stessa, 20 minuti prima della scomparsa dell’aereo: l’immagine, in bianco e nero, mostra il mare visto da Cape Otway con una sagoma informe, di colore scuro, che si staglia davanti alle nuvole. Una ipotesi che sarebbe ora suffragata da un’ulteriore testimonianza.

Un contadino avrebbe infatti assistito ad una scena incredibile: all’indomani della sparizione di Fred Valentich, sopra il suo campo l’uomo avrebbe visto un disco grande circa 30 metri con il Cessna al suo fianco, l’intero velivolo, di cui riuscì a scorgere il numero di registrazione che incise con un chiodo sul suo trattore. Non osò però denunciare l’accaduto alle autorità per timore di non essere creduto: gli amici ai quali aveva raccontato tutto avevano riso di lui.

Lo avrebbe detto anche ad un negoziante di Coonabarabran, che ascoltò con attenzione la storia assurda. Nel 1995 il commerciante ricordò quella strana conversazione davanti ad una telecamera e la videocassetta è poi arrivata nelle mani di George Simpson, una delle ultime persone a vedere il velivolo scomparso sopra Adelaide.
Il ricercatore é convinto che quell’agricoltore sconosciuto abbia veramente osservato qualcosa di straordinario e sta cercando di rintracciare il testimone-ammesso che sia ancora vivo- o un suo familiare. “Potrebbe avere informazioni utili per risolvere il mistero“,  ha scritto in un appello diffuso dal sito online del VUFOA, il Victorian UFO Action.
Pur ammettendo che per ora non ci sono prove, considera questa testimonianza un indizio non trascurabile, il migliore dopo quasi quattro decenni di silenzio. “È facile negare questa pista, ma ci sono varie fonti che confermano la presenza di un Ufo vicino ad Adelaide in quei giorni”, dice Simpson. A corroborare questa ipotesi, anche le ultime parole di Fred Valentich. “Era un pilota esperto, avrebbe dovuto riconoscere un altro velivolo e invece non ne è stato in grado”.
Una opinione non condivisa però dal Dipartimento dei Trasporti australiano, che ha avanzato una spiegazione ben diversa per la sparizione del giovane, grande appassionato di ufologia, con appena 150 ore di volo alle spalle e coinvolto già in altri incidenti aerei. Avrebbe semplicemente perso l’orientamento, volando capovolto e scambiando così le proprie luci riflesse nell’acqua o quelle della vicina isola (se non addirittura il pianeta Venere) per un mezzo volante in avvicinamento e sarebbe precipitato in mare.

Nel frattempo, però, il gruppo ufologico dello Stato di Victoria procede per la sua strada e sta cercando di recuperare anche una copia della comunicazione con gli addetti del traffico aereo di quel giorno di 36 anni fa, già trasmesso da un’emittente radiofonica di Melbourne. Di questo caso si occuperà il convegno “Age of Reason” (“L’età della ragione”) il prossimo 6 settembre. L’acceso dibattito che le affermazioni di Simpson hanno scatenato sembra garanzia di un ottimo successo di pubblico.[fonte]

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