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Un astrofilo, cacciatore di satelliti, afferma che la stazione orbitante è fuori controllo e in caduta lenta verso la Terra.

Una ricostruzione dell’aggancio di una navicella Shenzhou alla stazione spaziale Tiangong (a destra).|Agenzia Spaziale Cinese

 

La prima stazione spaziale cinese potrebbe precipitare sulla Terra in modo del incontrollato, cioè su qualunque punto del pianeta. A sostenerlo è Thomas Dorman, un astrofilo americano, esperto nell’individuare satelliti e seguirne l’evoluzione.

La Cina ha lanciato la sua prima stazione spaziale, Tiangong, nel 2011, in un’orbita compresa tra i 350 e i 400 chilometri, più o meno come la Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di un unico modulo del peso di 8,5 tonnellate, lungo 12 metri, di due metri di diametro.

 
Non è un oggetto di grandi dimensioni, com’era invece la russa MIR o com’è la ISS.

Tiangong e Shenzhou. Scopo della struttura cinese era di permettere test di attracco di una navicella con uomini a bordo, eseguiti con successo dalle Shenzhou 9 e 10. A bordo portavano entrambe tre astronauti, tra cui una donna, che rimasero in orbita alcuni giorni.

Pur non essendo grande come la ISS, anche la Tiangong può essere facilmente vista da Terra, perché riflette i raggi del Sole con notevole intensità, e infatti c’è un popolo di appassionati che segue questo e i molti altri oggetti che passano o stazionano sulle nostre teste, anche calcolandone le orbite.

Thomas Dorman, osservatore di grande esperienza, si dice certo che i cinesi abbiano perso il controllo della stazione spaziale, che oggi ruota caoticamente su se stessa.

Quando e dove? Ciò che afferma Dorman trova una parziale conferma nel fatto che la stessa Agenzia spaziale cinese aveva dichiarato, alcune mesi or sono, di non essere più in grado di contattare la stazione orbitante (di fatto, di averne perso il controllo).

In questa occasione da parte delle autorità cinesi non è arrivata nessuna smentita, e questo lascia intendere che le osservazioni di Dorman siano corrette.

Se così fosse, quando e dove potrebbe schiantarsi? La risposta non è semplice. Secondo Thomas Kelso, del Center for Space Standards & Innovation, dove segue le orbite degli oggetti attorno alla Terra, il pericolo non è immediato in quanto i cinesi, prima di perdere il controllo della Tiangong, l’hanno spostata su di un’orbita più elevata: da allora sembra stia precipitando, ma molto lentamente, e l’ultimo atto non dovrebbe concludersi prima del 2017.

Verso Tiangong 2. Oggetti delle dimensioni della stazione spaziale cinese sono già precipitati sulla Terra, dall’americana Skylab alla russa MIR, ma nella maggior parte dei casi le “traiettorie di rientro” erano studiate a tavolino per fare arrivare nell’Oceano Pacifico i frammenti passati attraverso l’atmosfera senza bruciare.

La Cina, intanto, si mostra sempre più interessata all’esplorazione spaziale: prima della fine dell’anno, forse a settembre, metterà in orbita Tiangong 2, anch’essa equipaggiata per ospitare personale a bordo. Sarà probabilmente l’ultimo passo verso la costruzione della prima vera stazione spaziale, che dovrebbe iniziare attorno al 2020.[fonte]

 

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