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L’11 febbraio potrebbe essere comunicata al mondo la prova sperimentale dell’esistenza delle pieghe nello spazio-tempo teorizzate da Einstein, causate dagli eventi più energetici dell’Universo.

Le onde gravitazionali generate dalla collisione tra due buchi neri, in una rappresentazione artistica.

 

Dopo mesi di rumors e smentite, questa volta forse ci siamo. È atteso per oggi, 11 febbraio, l’annuncio dell’attesissima scoperta delle onde gravitazionali, increspature nel tessuto dello spazio-tempo già teorizzate da Einstein e generate dagli eventi più cataclismatici dell’Universo.

Il sacro graal della fisica. Gli scienziati ne cercano le prove da decenni, ma finora ogni tentativo di confermarne l’esistenza era stato ostacolato da falsi allarmi e strumenti non abbastanza sensibili per individuarle da Terra. Ora i ricercatori del LIGO (Advanced Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) un rilevatore interferometro laser con sensori in Louisiana e a Washington (USA) potrebbero aver trovato – il condizionale è d’obbligo – evidenze inconfutabili, e quindi un segnale consistente e non ambiguo, di onde gravitazionali.

Scontro tra titani. La scoperta potrebbe essere annunciata oggi pomeriggio in una conferenza congiunta a Washington e all’European Gravitational Observatory di Pisa che trasmetteremo e commenteremo in diretta su Focus.it. Se le voci sulla potenza del segnale registrato lungo i 4 km dei bracci del rilevatore sono vere, le onde gravitazionali captate potrebbero derivare dalla collisione di due buchi neri supermassicci, uno con 29 e l’altro con 36 volte la massa del Sole, unitisi a formare un nuovo buco nero 62 volte più massivo della nostra stella.

La massa mancante sarebbe stata convertita in energia, e rilasciata sotto forma di onde gravitazionali che avrebbero generato minuscoli cambiamenti di lunghezza nei sensori di LIGO, permettendo così la scoperta.

Il segnale potrebbe essere stato rilasciato anche dall’incontro-scontro tra due stelle di neutroni o una stella di neutroni e un buco nero, ma in tal caso (sempre che la scoperta venga confermata) le rilevazioni sarebbero state più deboli.

Nuovi occhi sul cosmo. La scoperta di onde gravitazionali darebbe nuova forza alla teoria della relatività generale di Einstein, ma soprattutto permetterebbe di ideare nuovi strumenti in grado di identificare gli eco degli eventi più energetici dell’Universo.

Si potrebbe arrivare a costruire telescopi che, invece di scrutare il cosmo a caccia di segnali elettromagnetici, possano cercare onde gravitazionali e spiegare, per esempio, che cosa accade quando due buchi neri entrano in collisione. Ogni volta che si è cambiato il paradigma di osservazione dell’Universo, si è andati incontro alla scoperta di nuovi oggetti celesti esotici e sconosciuti.

Terreno insidioso. L’importante è evitare di ripetere gli errori del passato. Prima di dare al mondo l’annuncio della scoperta, gli scienziati del LIGO dovranno essere assolutamente certi dei loro dati. Già nel 2014 i ricercatori della collaborazione BICEP2 avevano creduto di rilevare, tramite un osservatorio antartico, prove dirette delle onde gravitazionali e dell’inflazione cosmica: ma si trattava di un segnale di disturbo dovuto alle polveri interstellari.[fonte]

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