letto da: 272
0 0
Tempo lettura articolo:3 Minuti, 25 Secondi

Misteriose rocce sono state trovate nel 2009 in una cava di pietra nei pressi del villaggio Sarakseevo, Russia. Si sa molto poco su questi curiosi oggetti. È qualcosa di artificiale proveniente dal lontano passato della Terra, o si tratta solo della fantasia di madre natura? Gli appassionati di Oopart sono alla ricerca di una spiegazione.

Sul nostro pianeta esistono oggetti che sfidano la logica e che non dovrebbero esistere.

Questi misteriosi artefatti, denominati Oopart, sono “fuori posto”, in quanto presentano tecnologie che sarebbero esistite migliaia, se non milioni di anni fa.

Il caso che presentiamo risale al maggio del 2009, quando all’indirizzo del LAH (Laboratory of Alternative History), progetto creato dal ricercatore russo Andrey Sklyarov, giunge una lettera con allegate delle fotografie molto interessanti.

L’autore delle foto era un certo Alexey Golubev. Le fotografie ritraevano alcune pietre dall’aspetto piuttosto ordinario. Tuttavia, i reperti sembravano mostrare qualcosa di insolito: una sorta di filettatura che ricordava quella dei moderni bulloni.

Le pietre erano state trovate in una cava vicino al villaggio di Sarakseevo, nel distretto di Serpuchov, Russia. Ben presto, divenne chiaro che non si trattava di pietre ordinarie. Come è possibile vedere dalle immagini, l’impressione è quella di bulloni incastonati all’interno delle pietre.

{gallery}oggetti{/gallery}

Inoltre, i “bulloni” risultavano chiaramente pietrificati. Il problema è che la pietrificazione, processo per cui un oggetto acquista consistenza lapidea, richiede una quantità enorme di tempo, a volte milioni di anni. Dunque, che cosa stiamo osservando?

Il problema è che si sa molto poco di questi oggetti e le notizie sono poche e a volte contraddittorie, quindi non si può escludere che si tratti di un falso o di un’interpretazione sbagliata della natura degli oggetti.

Secondo quanto riporta brazilweirdnews, che sembra aver eseguito la ricerca più minuziosa, all’indomani della scoperta, le pietre furono sottoposte al vaglio dell’International Research Center for Cosmic Research of Russia (Kosmopoisk), una ONG privata ed indipendente fondata dall’ingegnere aerospaziale Vadim Aleksandrovič Černobrov, che all’epoca dei fatti stava indagando sulla presunta caduta di un meteorite nella regione, vicino la città di Kaluga.

Ad una prima osservazione, le roccie apparivano molto antiche e al loro interno presentavano un piccolo oggetto incastonato, dalle dimensioni di poco più di un centimetro, sorprendentemente simile ad una vite o una bobina di metallo. Chiaramente, si trattava di qualcosa di anacronistico.

I ricercatori di Kosmopoisk decisero di sottoporre i reperti alle analisi dell’Istituto Paleontologico di Mosca. Lo studio coinvolse decine di scienziati provenienti da diverse aree di studio.

Alcuni dettagli aggiungevano mistero al mistero. La “vite” era chiaramente posta in una cavità: il processo di fossilizzazione non sembrava aver riempito il vuoto circostante: lo spazio che le contiene risultava ben delineato.

L’analisi ai raggi X rivelò poi la presenza di tracce di fossili attorno alla “vite”, identificati come organismi marini noti come crinoidi, appartenenti all’era geologica del Giurassico. Questa scoperta confermava l’antichità delle rocce.

Esistono sostanzialmente due tipi di crinoidi: quelli che vivono ancorati al fondale (isocrinidi) e quelli che hanno la facoltà di spostarsi liberamente (comatulidi), nonostante gli spostamenti siano al massimo di pochi metri.

Inoltre, i loro tessuti molli sono sostenuti da una struttura rigida (endoscheletro) fatta di carbonato di calcio. Nel processo di fossilizzazione i tessuti molli decompongono lasciando solo il materiale solido che, spesso, somiglia ad oggetti artificiali come gli ingranaggi di una macchina.

Questo spiegherebbe perché la “vite” si trova in uno spazio vuoto: una volta erano protetti dalla materia organica dei crinoidi.

Inoltre, la pietrificazione è nota solo per oggetti di natura organica e non per i metalli. Il processo si basa sull’azione antiputrida e protettiva che alcuni composti esercitano sulle strutture biologiche, una volta che abbiano sostituito i liquidi organici.

Dunque, mistero risolto? Apparentemente sì, anche se c’è chi sostiene ancora che la “vite” non può essere confusa con i fossili di organismi a causa della loro anatomia, in quanto l’oggetto non è in nessun modo simile ai crinoidi. Inoltre, come è stato possibile che materiale organico abbia creato delle cavità così perfettamente delineate?

 

 

Lascia un commento