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Dawn breaks on an alien planet.

Se mai ci giungessero segnali di vita extra-terrestre, sarebbe meglio pensarci due volte prima di rispondere. Questo è la decisa opinione di Matthew Bailes, professore alla Swinburne University di Melbourne.

Come scrive l’Indipendent, Bailes, a capo di un gruppo di ricerca australiano che si occupa di rintracciare eventuali segnali vita extra-terrestre, ci ricorda che

“La storia ci insegna che quando una civiltà più avanzata ne ha contattata una più debole, c’è raramente un lieto fine”.

Infatti, forme di vita in grado di inviare segnali così potenti da arrivare sino a noi devono poter disporre di tecnologie molto avanzate e di un’intelligenza molto sviluppata. Un eventuale contatto con una civiltà del genere potrebbe essere un disastro per gli uomini.

Essere contattati da forme di vita aliene può apparire un’ipotesi piuttosto astrusa ma ultimamente sembra essere una delle questioni più scottanti e affascinanti della scienza, come testimonia l’interesse di Stephen Hawking nella faccenda. Di recente, inoltre, si è costituito un gruppo di ricerca della vita aliena, sponsorizzato dal miliardario russo Yuri Milner e appoggiato dallo stesso Hawking.

Come riportato dall’Indipendent:

Gli studiosi che hanno preso parte al progetto useranno il radiotelescopio Parkes – al fine di esaminare l’universo con un approccio che è stato definito come “applicare il metodo della Silicon Valley alla ricerca della vita intelligente”. E quest’iniziativa coprirà un’area di cielo 10 volte superiore a quella presa in considerazione nei programmi precedenti.

Il progetto, che partirà tra qualche anno poiché richiede la costruzione di computer e programmi appositi, getta la basi per la possibilità di ricevere segnali alieni. Bailes dice:

La difficoltà è di sapere che genere di segnali stiamo cercando. Non esiste un manuale per la ricerca degli alieni. Dobbiamo immaginare il tipo di comunicazione che una razza aliena potrebbe impiegare. Si spera che inviino schemi e modelli riconoscibili dagli esseri umani, come i numeri primi per esempio.

Forse, l’annosa domanda sull’esistenza o meno di forme di vita intelligente al di fuori del nostro pianeta, un giorno potrà trovare una risposta.[Fonte]