letto da: 245
0 0
Tempo lettura articolo:3 Minuti, 17 Secondi
Credit: Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment (CHIME)
Credit: Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment (CHIME)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo strumento canadese Chime ha rilevato un segnale anomalo, di appena due millisecondi, a una frequenza mai registrata prima. Si tratta di un “fast radio burst”, associati a eventi di grande potenza come buchi neri o supernove, ancora difficili da interpretare. Anche l’ipotesi “alieni” non può essere esclusa



UN SEGNALE durato due millesimi di secondo, quanto basta per inviare un telegramma ai colleghi di tutto il mondo e annunciare di aver scoperto qualcosa di strano provenire dall’Universo remoto. Un veloce lampo radio registrato dal Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment (Chime) nella British Columbia ha attirato l’attenzione della comunità scientifica perché ha caratteristiche anomale a quelle registrate finora in questo tipo di fenomeni, la cui origine è ancora sconosciuta.

·I FAST RADIO BURST
I ‘lampi radio veloci’ o fast radio burst sono emissioni, flash radio, che spesso arrivano a noi dal remoto universo e si pensa possano essere originati da eventi violentissimi come supernove o buchi neri. Se ne sa molto poco perché, finora, ne sono stati ‘ascoltati’ appena una trentina (il primo nel 2007) e non si riesce a prevedere da dove arriveranno e quando. Il FRB 180725A catturato dall’osservatorio canadese è durato una frazione di secondo ma a una frequenza mai registrata prima: 580 Megahertz. Si tratta del primo scoperto a una frequenza inferiore ai 700 Mhz e questo infittisce ancora di più il mistero legato a questi fenomeni.

Il segnale è arrivato il 25 luglio, una volta controllato che non si fosse trattato di un disturbo ambientale o di un’altra origine terrestre, Patrick Boyle, della McGill University, ha diramato un telegramma astronomico per condividere la scoperta. Nel quale menziona anche altri lampi radio con frequenza ancora inferiore, fino a 400 MHz.

·BUCHI NERI, PULSAR O ALIENI?
La spiegazione per questi flash dallo spazio sono diverse. All’inizio del 2018 il giovane ricercatore italiano Daniele Michilli si è guadagnato la copertina di Science con uno studio su una sorgente di Frb scoperta alcuni anni fa: era la prima e unica mai osservata con emissioni ripetitive. Michilli scoprì che si trattava di una stella di neutroni, una pulsar che probabilmente si trova vicino a un buco nero. Questi lampi si formano quindi un ambiente estremo, con campi magnetici molto intensi. Ci sono pochi posti nell’Universo con caratteristiche simili. I buchi neri sono uno di questi.

Ma vista l’imprevedibilità e, ora, la diversità dei vari segnali che sono stati rilevati a frequenze inaspettate, le ipotesi sulla loro origine sono ancora tutte sul tavolo. Persino quella che contempla una civiltà aliena, altamente tecnologica, che magari tenta di comunicare con noi. A volte però la risposta è molto meno affascinante. Nel 2015, misteriosi lampi radio all’osservatorio Parkes in Australia furono finalmente identificati dopo 17 anni: venivano dal forno a microonde della zona relax che gli stessi ricercatori usavano per scaldarsi il pranzo.

Sarà proprio lo strumento Chime a gettare luce d’ora in avanti sull’enigma dei Fast radio burst. Ha una forma molto particolare: quattro antenne simili a tubi tagliati a metà, lunghi 100 metri e larghi una ventina. È progettato per cercare e mappare l’idrogeno nel lontano universo ma si è rivelato molto utile anche per rilevare i Frb. Quando sarà pienamente operativo (ha iniziato a lavorare a marzo 2018), potrebbe trovarne oltre 12 al giorno, secondo i suoi operatori. Non resta che accenderlo e aspettare.[fonte]