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L’ha individuati una missione della Nasa. Le origini non sono chiare: non risultano provenire né dal vento solare né dalla Local Hot Bubble, uniche fonti finora conosciute

ricerca pubblicata sull’Astrophysical Journal


“A energie più elevate, queste fonti contribuiscono a meno di un quarto alle emissioni di raggi X”, ha spiegato Youaraj Uprety, principale autore dello studio e astrofisico presso l’Università di Miami. Questo porta alla conclusione che “c’è una fonte sconosciuta di raggi X in questo range di energia”. E “lascia quindi una domanda aperta sulla loro origine”, ha aggiunto.

Parte della luce invisibile che riempie lo spazio assume la forma di raggi X, la cui fonte ha sempre suscitato accesi dibattiti tra gli scienziati. O almeno cosi è stato fino ad oggi. I dati forniti dalla missione Nasa, infatti, oltre a rivelare l’esistenza di un gruppo di raggi X che non provengono da nessuna fonte nota, confermano alcune delle intuizioni circa la provenienza dei raggi X e arricchiscono la comprensione dell’antica storia nel nostro Sistema solare.[fonte]

 

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