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Curiosity ha finalmente raggiunto il suo primo obiettivo: dopo due anni di cammino il rover laboratorio della Nasa è giunto alle pendici del Monte Sharp, la montagna che si trova al centro del grande Cratere Gale, nel quale Curiosity è arrivata il 6 agosto 2012.

Sono trascorsi più di due anni da quando Curiosity ha messo ruota su Marte.

Il rover della Nasa, che ha condotto esperimenti e fotografato la superficie di Marte, ha finalmente raggiunto il suo primo obiettivo: le pendici del Monte Sharp, la misteriosa montagna che si trova al centro del grande cratere Gale, nel quale Curiosity è arrivata il 6 agosto 2012.

Prossimo obiettivo di Curiosity sarà quello di scalare uno dei versanti della montagna che secondo i planetologi rappresenta una ‘scatola nera’ del passato del pianeta rosso.

“Il viaggio verso questo monte marziano è stato lungo ma di importanza storica”, ha commentato John Grotzinger, del California Institute of Technology (Caltech).

Dunque, la vera missione di Curiosity comincia ora. “Finalmente la missione di Curiosity entra nella sua fase più importante. Risalendo il Monte Sharp si inoltrerà in un tipo di ambiente mai visto prima, molto diverso dalle aree studiate finora”, ha spiegato al Fatto Quotidiano Gian Gabriele Ori, geologo planetario e direttore della Scuola Internazionale di Scienze Planetarie (Irsps) dell’Università di Pescara.

Al momento Curiosity si trova nel luogo definito Pahrumo Hills dove sta compiendo una serie di analisi del terreno circostante prima di iniziare la salita del versante meridionale del Monte Sharp.

Il suo percorso sarà diverso rispetto a quanto previsto inizialmente ma secondo i tecnici il terreno di questo nuovo sito sarebbe più favorevole per lo studio geologico.

Durante questo lungo viaggio, durato ben due anni, Curiosity ha incontrato una regione disseminata di rocce taglienti che hanno provocato danni ad alcune delle sei ruote. Un inconveniente che ha spinto a rivedere il percorso di Curiosity, deviandolo verso itinerari più lunghi, ma soffici, per raggiungere le pendici della montagna.

Il nuovo obiettivo sarà ora risalire una parte dei 5.500 metri di altezza del Monte Sharp per andare a leggere la lunga storia geologica scritta nei diversi strati di terreno.

“Il monte che Curiosity scalerà – ha spiegato Ori – è una struttura molto interessante in quanto la sua origine è misteriosa. Non è infatti il ‘classico’ picco che si trova al centro di molti crateri, formatosi per le dinamiche degli impatti, ma sembra essere piuttosto come un’enorme montagna che ricopre il picco”.

La struttura potrebbe essere un deposito lacustre, oppure il risultato di un’attività idrotermale: ambienti e sedimenti che possono conservare ancora oggi tracce di antiche forme di vita ormai estinte e raccontare molto sul passato del pianeta.

Formazioni in qualche modo simili a quelle che esistono in alcuni deserti del nostro pianeta, come in Marocco dove molti ricercatori, tra cui Ori, cercano di capirne le origini e tentano così di aiutare Curiosity ad analizzare il terreno e possibilmente riconoscere testimonianze di forme di vita unicellulari, come le stromatoliti.

“Purtroppo però – ha concluso Ori – difficilmente Curiosity riuscirà a rispondere alla domanda: ‘C’era vita su Marte?’. I suoi strumenti sono più adatti all’analisi geologica che al riconoscimento di antiche tracce di vita. Per questo dovremmo, credo, aspettare le prossime missioni”.[fonte]

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