letto da: 205
0 0
Tempo lettura articolo:7 Minuti, 34 Secondi

Tra gli ufologi serpeggia un dubbio: e se il Pontefice non avesse parlato a caso di esseri extraterrestri?

“Se domani venisse una spedizione di marziani, per esempio, e alcuni di loro venissero da noi, ecco… marziani, no? Verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini… E uno dicesse: ‘Io voglio il Battesimo!’ Cosa accadrebbe?”. È un passaggio della omelia che pochi giorni fa, il 12 maggio, Papa Francesco ha tenuto durante la Messa del mattino a Santa Marta. Parole davvero singolari.

Le ha commentate in modo divertito e divertente Massimo Gramellini sulla Stampa, le hanno riferite quotidiani e siti online. Tutti interpretandole come un ragionamento per assurdo, un esempio estremo scelto dal Pontefice per spiegare il potere dello Spirito Santo. “Chi siamo noi per chiudere le porte?”, ha infatti aggiunto il Santo Padre. “Nell’ amministrare i sacramenti- ai divorziati, ai figli di coppie gay e persino agli Alieni- la Chiesa deve essere coraggiosa e accogliente”.

VIDEO (CorriereTV)

Bergoglio ci ha abituato ad esternazioni senza precedenti, a battute ironiche e ad atteggiamenti un po’ fuori dalle righe. Ma la frase relativa ai marziani e al battesimo ha messo in campana gli ufologi. Non fosse altro perché – pur nella sua natura scherzosa- richiama alla mente altre affermazioni, sicuramente molto più serie, che nel corso degli ultimi anni scienziati vaticani e alti prelati hanno rilasciato in merito alla questione aliena.

Già nell’ottobre del 1992, in un articolo del Corriere della Sera, Padre George Coyne, l’allora direttore della Specola Vaticana- il centro di studi astronomici della Santa Sede- annunciava la collaborazione con la Nasa per la ricerca di forme di vita nello spazio. E anche l’astronomo del Papa citava- curiosamente- il battesimo. A una precisa domanda, aveva infatti risposto: “Battezzare gli extraterrestri? Perché no? Se un giorno avremo la fortuna di conoscerli, saremo obbligati a porci il problema (…). D’altra parte, non sarebbe egocentrismo, in questo caso cosmico, pensare che noi uomini siamo gli unici esseri intelligenti dell’Universo?”

Posizione ribadita dal suo successore alla guida della Specola, Padre Josè Gabriel Funes. Proprio lui, nel 2008, si guadagnò le prime pagine dei giornali per un’intervista- riportata dall’Osservatore Romano– con un titolo a dir poco coraggioso: L’extraterrestre è mio fratello. A proposito della presenza di altre creature, affermava: “A mio giudizio questa possibilità esiste. Gli astronomi ritengono che l’universo sia formato da cento miliardi di galassie, ciascuna delle quali è composta da cento miliardi di stelle. Molte di queste, o quasi tutte, potrebbero avere dei pianeti. Come si può escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove”?

L’eventualità non sconvolgeva Funes né come astronomo, né tanto meno come teologo, visto che proseguiva dicendo: “Forme di vita potrebbero esistere in teoria perfino senza ossigeno o idrogeno e questo non costituirebbe un problema per la nostra fede. Come esiste una molteplicità di creature sulla Terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come fratello e sorella, perché non potremmo parlare anche di un fratello extraterrestre? Farebbe parte comunque della Creazione”.

Gesuita, Padre Funes. Esattamente come Padre Coyne. E come lo stesso Papa Bergoglio. Sarà forse un caso, ma i più insigni cosmologi e scienziati vaticani appartengono all’ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola, la Compagnia di Gesù. Lo è (a ulteriore conferma) anche Padre Guy Consolmagno, americano di Detroit, tra i più stimati astrofisici al mondo. Anche lui, nel 2011, al quotidiano The Telegraph non ha esitato a dire: “Sarei entusiasta se da qualche parte esistesse la vita intelligente.  Questa idea non è assolutamente in contrasto con il pensiero tradizionale cristiano.La Chiesa cattolica accetta l’idea che possano esserci, nello spazio, evolute civiltà extraterrestri e darebbe loro volentieri il benvenuto. Ogni entità, non importa quanti tentacoli abbia, può possedere un’anima”.

Un bel passo in avanti, se pensiamo che nel 1600 Giordano Bruno finì sul rogo per aver espresso, più o meno, le stesse convinzioni sulla possibilità che Dio avesse creato, nell’universo infinito,  infiniti mondi abitati. Da allora, tutto è cambiato e adesso l’interesse del Vaticano per il cosmo e per i suoi potenziali abitanti non si discute. Lo provano anche i telescopi avanzatissimi, costati svariati milioni di euro, voluti e sovvenzionati dalla Santa Sede. Basti pensare al VATT- ovvero Vatican Advanced Technology Telescope- che con i suoi potenti occhi scruta lo spazio dal Monte Graham, in Arizona, nella gamma ottica ed infrarossa. Ma secondo i ben informati, il Vaticano potrebbe contare anche su un telescopio spaziale segreto, denominato Siloe, alla caccia di pianeti erranti, come il fantomatico Planet X.

Gli astronomi del Papa hanno forse scoperto qualcosa? Per questo, di volta in volta, si sbilanciano, prospettando l’esistenza di altre creature intelligenti? Il Pontefice stesso, scherzando, non ha per caso lasciato trapelare la verità sulla presenza di esseri extraterrestri? Dubbi ed interrogativi che serpeggiano tra gli ufologi.  “Anche se Papa Francesco si è dimostrato spesso un uomo fuori dagli schemi, risulta difficile pensare che dica frasi a casaccio”, commenta ad esempio Pablo Ayo che illustra il suo ragionamento in merito a questa imprevista esternazione.

“Sua Santità è un gesuita e i Gesuiti difficilmente si muovono a caso. Anche se il Pontefice spesso si comporta in maniera spontanea e appare alla mano, in verità tutte le azioni e i rinnovamenti che ha operato finora appaiono più il frutto di una precisa pianificazione, di qualcosa preparato con attenzione. È per questo che anche la sua citazione sugli extraterrestri non giunge inaspettata agli esperti del settore.
Nella sua omelia, la frase in questione si incastra nell’espressione di un concetto molto preciso, quello dell’apertura della Chiesa verso ciò che è considerato diverso, estraneo, non conforme. Alieno. Sottolinea il Pontefice che persino Pietro, il fondatore della Cristianità, quando si trovò davanti dei pagani (cioè dei non ebrei) che chiesero di diventare cristiani, tentennò, fino a quando non vide lo Spirito Santo discendere su di loro e capì che non poteva escluderli. Ci si potrebbe chiedere cosa vide davvero Pietro, che tipo di forma o aspetto avesse questo spirito luminoso che scese dal cielo verso i nuovi arrivati. Il discorso quindi di apertura verso il nuovo o il diverso, quantunque fosse persino alieno, fornisce molti elementi di riflessione.
La stessa cura del Pontefice nel cercare le corrette parole per descrivere l’alieno, cioè “Verde, col naso lungo e le orecchie grandi“, appare più una precisa volontà di allontanare l’immaginario collettivo dalla figura dell’alieno grigio ben noto a tutti o ancora di più dalla tipologia di extraterrestre nordico, di bell’aspetto, alto e biondo, che secondo alcuni ricercatori potrebbe aver contribuito, nei secoli, alla creazione dell’aspetto iconografico degli angeli. Persino nella scelta del nome c’è la cura di definirli marziani, come nei film degli anni ’50, quasi per allontanare anche vagamente l’idea che possa parlare di Pleiadiani o di Reticuliani.”

Il ricercatore prosegue poi: “Certo, forse si è trattato davvero di una battuta casuale del Pontefice, ma personalmente leggo in questa dichiarazione così tanta attenzione ai dettagli da far pensare a un cauto tentativo di apertura sull’argomento, su cui la Chiesa evidentemente sa molto. Non per nulla, dopo la NASA, i telescopi più potenti del mondo li possiede il Vaticano, ad esempio presso il Mount Graham International Observatory, casualmente gestito da astronomi gesuiti. Perché tutto questo interesse per la ricerca di vita extraterrestre da parte della Santa Sede? In un recente libro, i ricercatori Tom Horn e Chris Putnam sostengono di aver ricevuto notizie da fonti certe che il Vaticano sia in attesa di un «Messia alieno proveniente da un altro mondo». Chissà quanto sono attendibili queste fonti, ma di certo è strano che Bergoglio, appena eletto, abbia affermato «I miei fratelli cardinali sono andati a prendermi quasi alla fine del mondo». Solo un’altra battuta fatta a caso?”, si domanda Ayo.

Fantasie, illazioni senza fondamento o chissà cos’altro… Di certo, tra le mura del Vaticano, nulla sembra essere impossibile. Neanche una cattedra di parapsicologia affidata ad uno dei massimi esperti del settore, padre Andreas Resch. Per oltre 30 anni il religioso ha insegnato la sua materia- da lui denominata Paranormologia- presso l’Accademia Alfonsiana di Roma, parte della Pontificia Università Lateranense. Tra i vari fenomeni inspiegabili di cui si è interessato e che ha insegnato c’è anche, guarda caso, l’Ufologia.

Parlando con il giornalista Renzo Allegri, alcuni anni fa ammise: “Un giornale americano scrisse che io, con i miei corsi, preparavo i missionari per l’incontro con gli Extraterrestri. L’articolo suscitò un putiferio. In Vaticano arrivarono moltissime lettere indignate e i miei superiori mi chiesero delle spiegazioni. Con molta semplicità, dissi loro che il mio lavoro consisteva anche nel trattare l’ufologia e le teorie che spiegavano come prendere contatti con gli Alieni. Anche questo fa parte della Paranormologia, lo studio del paranormale”. Ovvio, no? [fonte]

Lascia un commento