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E’ da tempo che se ne parla. E’ stato persino messo a punto un nuovo progetto atto a “proteggere” la Terra dal rischio di un impatto con un astoride, ma ancora troppa disinformazione regna in merito.

A lanciare l’allarme sono, ancora una volta, i membri dell’associazione non profit americana B612, di cui fanno parte anche numerosi ex astronauti della Nasa. Il loro presidente, Ed Lu, è stato intervistato da Repubblica e, con molta precisione, ha spiegato come il rischio di incorrere in un impatto con un meteorite sia tutt’altro che sottovalutabile.

“Quello che può accadere lo abbiamo visto l’anno scorso a Chelyabinsk, in Russia”, ha infatti rivelato l’uomo, che è stato per due volte in missione sullo Space Shuttle e per sei mesi in orbita nella Stazione spaziale internazionale (Iss). “Gli asteroidi a contatto con l’atmosfera creano terribili esplosioni. L’onda d’urto investe quello che c’è intorno in un area fino a 40 chilometri e può uccidere tutte le persone che si trovano nelle vicinanze”, ha aggiunto.

Necessario ricordare come l’esplosione verificatasi il 15 febbraio del 2013 a  Chelyabinsk, in Russia, abbia ferito più di mille persone: l’asteroide in questione, però, aveva un diametro di soli 20 metri, mentre corpi celesti che ci minacciano possono arrivare anche a un chilometro di diametro. Di fatto, possiamo solo immaginare le conseguenze che un impatto tra questi enormi detriti e la Terra avrebbero sull’umanità.

“Ci sono buone probabilità che l’asteroide colpisca un’area disabitata oppure finisca nell’oceano senza fare grossi danni, è una questione legata al caso”, ha rassicurato Lu. Non per questo possiamo dirci tranquilli: “Siamo comunque in presenza di un fenomeno costante e crediamo che un impatto in grado di causare reali danni alla Terra avvenga generalmente ogni 100 anni”
 

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